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Kenny Rogers cita la Capitol Records in giudizio a Nashville

Posted by CountryStateLine on 18th febbraio 2012 in Home (News)

Kenny Rogers va per i 74 ma è ancora sveglio e sa badare ai suoi affari. Quando la scorsa settimana ha scoperto che la Capitol Records ha tenuto all’oscuro lui ed altri artisti sotto contratto con l’etichetta di avere incassato ed essersi tenuta i pagamenti delle royalty derivanti dal download dei loro brani musicali da internet anziché corrisponderglieli non ci ha pensato un attimo e lunedì scorso ha fatto loro causa. Il procedimento, intrapreso presso il tribunale di Nashville dall’avvocato Richard Busch, è l’ultimo in una serie di cause simili intentate (e vinte) da altri artisti, come Eminem e Peter Frampton. L’accusa mossa alle case discografiche in ogni causa è sempre la stessa: esse hanno deliberatamente pagato una somma inferiore rispetto a quella che avrebbero dovuto grazie ad un sotterfugio amministrativo-contabile. Esse hanno cioè considerato le transazioni online legate al download dei brani come una vendita di “musica”, anziché di una licenza. La prima infatti prevede la corresponsione all’artista di una percentuale di guadagno inferiore in confronto al 50% di solito previsto per la vendita di una licenza. La causa mossa da Rogers alla Capitol non cita uno specifico ammontare di royalty digitali che sarebbero state trattenute illegalmente dalla casa discografica anche se egli li accusa di essersi tenuti in cassa per i 30 anni in cui ha inciso per loro non meno di 400mila dollari in seguito a “errori” contabili. Per anni la Capitol ha tra l’altro mantenuto il controllo sui guadagni derivanti dalle incisioni dei più grandi successi di Rogers registrati tra gli anni ’70 e gli anni ’80 sulle etichette United Artists e Liberty. In buona fede o no, sarà a questo punto il tribunale a deciderlo.

 

 

KENNY ROGERS al 21° COUNTRY NIGHT festival

Posted by CountryStateLine on 20th giugno 2009 in Festival e concerti

 

LogoCountry     0733Dopo l’edizione del ventennale, che deludendo non poco ha visto in cartellone due soli big americani (Clint Black e Ricky Skaggs, costui tra l’altro al suo secondo passaggio al festival), COUNTRY NIGHT 2009, la più famosa kermesse country dell’Europa continentale, conferma la tendenza al risparmio ormai consolidata da un quinquennio in qua da parte dell’organizzazione.

La sola vera stella a risplendere i prossimi 11 e 12 settembre in quel di Gstaad,  Svizzera, nell’ambito di un tour europeo che lo vedrà poi esibirsi in Danimarca, Isole Faroe e Norvegia, sarà quella di Kenny Rogers, che con i suoi 71 anni di certo non rappresenta quanto di meglio oggi sul mercato ma altrettanto certamente, con 65 album pubblicati in carriera e più di 100 milioni di dischi venduti (che lo pongono all’8° posto della classifica degli artisti di ogni tempo in fatto di vendite) rappresenta come pochi ormai la figura dell’artista a tutto tondo, la superstar capace di passare dal country al pop, dal blues all’R&B, fino ad arrivare al jazz. Un personaggio completo, con una biografia tale da essere difficile ridurla per una presentazione, affascinante e carismatico come pochi oggi riescono ad essere (e non soltanto in ambito country), che ha incarnato a cavallo tra gli anni ’70 e ’80 l’ideale di artista completo e di uomo ideale, capace di circondarsi sempre di belle donne (tra l’altro è stato sposato quattro volte) sia nel privato che in pubblico. Kenny Rogers, i cui esordi furono addirittura rockabilly con la sua prima band, The Scholars, ha alle spalle una carriera cinquantennale che lo vide esordire con due singoli incisi per la Carlton Records  nel 1958 con il suo vero nome, Kenneth Rogers. Il successo di uno di questi in particolare, “That Crazy Feeling”, fu tale da portarlo alla ribalta al programma tv per nuovi talenti American BandStand, condotto dal famoso Dick Clark.
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