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A Nashville apre il museo di Johnny Cash: più di 1000 mq in pieno centro

Posted by CountryStateLine on 17th marzo 2012 in Home (News)

I fan della musica country in viaggio negli Stati Uniti avranno da questa estate una ragione in più per fare tappa a Nashville. In una conferenza stampa tenutasi a Music City a fine febbraio, infatti, amici e familiari di Johnny Cash hanno annunciato i dettagli dell’apertura del nuovo museo dedicato proprio a lui. A quanto riportato da The Tennessean, il “Johnny Cash Museum” aprirà proprio in centro città tra poche settimane, anche se la data esatta ancora non è stata decisa. Ricavato da un ex negozio di tappezzerie dall’amico di una vita di Johnny, Bill Miller, che ci ha investito un totale di sette milioni di dollari, il museo sarà  dedicato alla vita e alla musica dell’uomo in nero, the man in black, come Cash è universalmente conosciuto.
«Mio padre e mia madre hanno vissuto in onestà e verità di spirito» ha detto in conferenza stampa John Cash, figlio di Johnny e June Carter Cash «[questo museo] Non riguarda il glamour o la necessità di essere presenti a Nashville. Aprire questo museo ha più a che fare con il diffondere il loro spirito. Mio padre ha attratto e attrae tanto l’americano medio che possiede una piccola collezione di cd quanto il punk per le vie della Germania. Ed è una sorta di magia questo modo in cui egli è sempre stato in grado di fare ciò, la sua immagine ispira persone che vengono dalle esperienze di vita più disparate.»
«Questo è qualcosa che abbiamo voluto fare per Johnny, qualcosa che Johnny merita, qualcosa che a Johnny farebbe davvero molto molto piacere» ha detto Bill Miller (a sinistra in una foto che lo ritrae con Johnny Cash) , uno dei suoi più intimi amici nonché proprietario della più grande collezione di suoi oggetti «Questo museo sarà una passeggiata in tre dimensioni nella vita di Johnny Cash, con momenti interattivi visivi, sonori e con oggetti appartenutigli. E’ stato sempre un mio sogno, da quando lui non c’è più, di mettere in mostra la vita e la carriera di Johnny Cash organizzandole in una memorabile esposizione per permettere anche a tutti i suoi fan di goderne.»
I più di 1000 metri quadrati di esposizione che apriranno su Lower Broadway, proprio a un isolato di distanza dal Country Music Hall of Fame and Museum, in pieno centro, custodiranno memorabilia, mostre multimediali e un teatro di 250 posti e a dire dei progettisti sarà “la più grande, omnicomprensiva ed importante collezione di oggetti appartenuti a Cash e memorabilia proveniente da ogni parte del mondo”. Oggetti destinati al museo saranno donati dalla famiglia Cash, dalla collezione di Bill Miller e da un pre-esistente museo su Johnny Cash di Hendersonville (Tennessee), il cui nome era “The House of Cash”, che ha chiuso i battenti nel 1999. Ovviamente tanti fan donatori si sono già fatti avanti per cedere al nuovo museo i loro oggetti. La Rock and Roll Hall of Fame si è anche offerta di prestare al museo la leggendaria chitarra Gibson appartenuta a Cash. Saranno esposti documenti storici mai visti prima, lettere, premi vinti in carriera, costumi e tutti gli altri strumenti che il grande Johnny ha utilizzato nel corso della sua straordinaria carriera, in un percorso tridimensionale che attraverserà tutta la sua vita. Sarà ricostruita all’interno del museo anche una esatta replica di una sezione della casa in cui Johnny visse da adolescente e tra i pezzi rari esposti ci sarà anche un manoscritto autografo con l’ultima canzone che Cash scrisse, proprio pochi giorni prima di morire.
I visitatori potranno conoscere meglio anche la parte della esistenza di Johnny Cash non strettamente legata al suo status di star, alla sua vita quando non era sul palco inclusa la sua infanzia e la sua adolescenza, nonché al periodo in cui prestò servizio militare nell’Aeronautica Americana.
Senza considerare il progetto di preservazione della vecchia casa dei Cash a Dyess (Arkansas), dove Johnny visse gli anni della sua infanzia e giovinezza negli anni ’30 e ’40. Un progetto fortemente voluto dalla Arkansas State University e finanziato anche con una raccolta fondi iniziata la scorsa estate, tendente a conservare non solo quell’edificio ma tutta una serie di costruzioni adiacenti allo scopo di mantenere integro lo spirito del New Deal americano, la realtà della Grande Depressione e della vita della famiglia Cash. Il restauro è stato basato su foto e ricordi di parenti e amici e gli interni saranno arredati e decorati come quando la famiglia Cash viveva lì ottanta anni fa. Rosanne Cash (foto sopra) ha detto una cosa molto bella e importante: «E’ sorprendente: ci rendiamo conto che i fili che ci legano ai nostri antenati sono fondamentali sempre solo quando i nostri genitori muoiono. Per una sorta di strano paradosso, finché essi sono in vita non lo senti e non te ne rendi conto, quindi c’è questa forte emozione e questo bisogno di comprendere, proteggere e preservare per le generazioni che verranno e di immaginarmici al suo interno. Per me è importantissimo.»
«[Bill Miller] è stato un fan incredibile di mio padre» ha anche detto Rosanne Cash nel corso di una intervista alla AP «nonché uno dei più grandi collezionisti di oggetti a lui legati. Se esiste qualcuno che era in grado di mettere su un museo, questo era Bill. Quindi ho molta fiducia in lui e penso che sia una gran cosa a questo punto. Penso che realizzerà qualcosa con dignità e classe che storicamente è importante, non la solita cosa kitsch. Sono molto interessata a vedere cosa verrà fuori.»
La musica ovviamente non potrebbe star fuori da questo progetto. Da quando Johnny Cash è morto – come avviene per ogni stella del mondo discografico che scompare – numerose sono state le opere pubblicate postume, non ultima la serie della American Recordings prodotta da Rick Rubin e tutta una serie di bootleg. Ora è stata annunciata anche l’uscita, il prossimo 3 aprile, del cofanetto doppio “Bootleg IV: The Soul of Truth” per la Sony Legacy che conterrà una serie di registrazioni soprattutto ispirate al gospel e ai temi spirituali effettuate tra gli anni ’70 e gli anni ’80 e che conterrà sia materiale già editato che brani inediti. La stessa casa discografica già annuncia altre pubblicazioni nei prossimi mesi ma non ha rivelato maggiori dettagli in merito.

Comunque sia i tantissimi fan di Johnny Cash (nella foto AP ritratto nel 1999) sono desiderosi di ascoltare anche queste nuove pubblicazioni e di imparare sempre qualcosa di nuovo su di lui. The Man in Black, che venne a mancare in seguito a complicanze legate al suo diabete il 12 settembre 2003, lo scorso 26 febbraio avrebbe compiuto 80 anni. L’anno giusto per celebrarlo con un museo e nuovi cd in suo onore.
M.A.

 

Nashville: addio al vecchio palco del Ryman Auditorium dopo 61 anni

Posted by CountryStateLine on 5th febbraio 2012 in Home (News)

Sono cominciati ieri e termineranno il prossimo 20 febbraio i lavori di rinnovamento del palco della “chiesa madre della musica country”, come la chiamano a Nashville. Sto parlando del Ryman Auditorium, che dopo 61 anni vedrà sostituite le assi in quercia del suo palco con assi nuove che ne garantiranno una maggiore durata ed una capacità di carico tre volte l’attuale. Ma il vecchio legno di quercia che si sta smantellando in queste ore non abbandonerà completamente il sito: parte di esso sarà incorporato nella nuova struttura sottoforma di una striscia profonda circa 45 centimentri che correrà per tutta la lunghezza lungo il bordo del nuovo palco.
Costruito nel lontano 1891 e nato con il nome di Union Gospel Tabernacle (foto a destra, dagli archivi del The Tennessean), il Ryman Auditorium è il sito più famoso nella storia della country music: il suo palco originale fu installato nel 1901 per una esibizione della Metropolitan Opera e durò fino al 1951, quando fu sostituito da quello che ora si va a rinnovare. A dire il vero nel 1993-94 il Ryman aveva già subito un primo lavoro di maquillage (e nel 2009 era toccato al tetto, rifatto anch’esso) ma il legno del palcoscenico, pur mostrando evidenti segni di invecchiamento, non fu sostanzialmente coinvolto -  mentre invece lo fu, per esempio, la balconata. Esso ha dunque compiuto egregiamente il suo lavoro per circa metà della vita di questo teatro, che per più di 20 anni, da quando fece anche il suo debutto in televisione, è stato la casa del Grand Ole Opry fino al trasferimento all’attuale Opry House (situata appena fuori Nashville) nel 1974.
Chi come me è entrato e ha calcato il palco del Ryman Auditorium, che si trova proprio nel centro della città, non può non sentire i brividi ripercorrerlo lungo la schiena pensando a quanta storia della musica americana trasuda da quel legno e da quelle pareti, che hanno visto negli anni esibirsi icone come Roy Acuff, The Carter Family, Minnie Pearl, Earl Scruggs, Bill Monroe e Lester Flatt (questi ultimi tre si unirono per la prima volta a suonare in un concerto proprio sul palco del Ryman!), Hank Williams (che qui fece il suo debutto e fu richiamato sul palco per sei bis!),  Elvis Presley, Johnny Cash (nella foto per cortese concessione di Les Leverett dagli archivi del The Tennessean), Patsy Cline, Louis Armstrong, Marty Stuart, Bob Dylan, The Byrds, Bruce Springsteen, Aretha Franklin, Paul Simon, Dolly Parton, B.B. King e Neil Young. Più recentemente anche i Coldplay e Taylor Swift lo avevano calcato, mentre gli ultimi a salire sul vecchio palco del Ryman sono stati Dierks Bentley (giovedì 2 febbraio) e Keith Urban (venerdì 3), alla sua prima esibizione al rientro dopo l’operazione alle corde vocali cui ha dovuto sottoporsi (ne avevo parlato qui) insieme a Charley Pride, gli Oak Ridge Boys ed altri. I primi a salire sul nuovo palco di quercia del Ryman saranno The Band Perry, proprio il 20 febbraio, per uno show i cui biglietti sono esauriti da settimane. A ben guardare, comunque, oggi come ieri tutti gli artisti country si sono esibiti in questo posto “sacro” o sognano di farlo, e quella esibizione viene sempre ricordata con particolare intensità emotiva da ognuno.
La sostituzione del palcoscenico è una cosa che Steve Buchanan, vice presidente anziano della sezione “media and entertainment” della Gaylord Entertainment (la società che gestisce la Opry House e il Ryman Auditorium), aveva già preso in considerazione di fare quando la struttura ricevette i lavori di restauro del 1994: «I punti più deboli, gli avvallamenti del legno e anche solo le sollecitazioni che esso ha subito lungo gli ultimi 18 anni alla fine hanno reso questi lavori una necessità.» ha detto «Pensiamo che questo legno ha sopportato trascinamenti di casse da viaggio di tutti gli artisti e delle loro band che si sono succeduti negli ultimi 61 anni… Nel 1994 il palco era stato ripulito e levigato, ma sapevamo che quella era l’ultima volta che potevamo farlo. Oggi essere in grado di costruire un palco che soddisfi davvero le esigenze delle produzioni musicali odierne è fondamentale.»
Il nuovo palco sarà fatto di legno brasiliano di tek certificato dalla Forest Stewardship Council: si tratta dello stesso legno usato per sostituire il palco della Grand Ole Opry House dopo la tremenda inondazione che colpì Nashville nel 2010. Usando il tek, il nuovo palco sarà in grado di sopportare come detto circa tre volte il peso attuale; vale a dire che la capacità di carico arriverà a circa 54 tonnellate, senza rimuovere i travetti originali che sono sotto. Una curiosità: un servizio di sicurezza sarà presente 24 ore su 24 presso il Ryman durante tutto il periodo dei lavori di smantellamento e sostituzione, perché – come dice Sally Williams, direttrice del Ryman, «penso che tutti vorrebbero portarsi via come ricordo un pezzo di legno di quel palco…»!
M.A.

Per le foto di questo articolo ringrazio The Tennessean, Billy Kingsley e Les Leverett

 

 

Il sud degli USA di nuovo colpito dal maltempo ma il suo cuore è grande

Posted by CountryStateLine on 16th maggio 2011 in Home (News)

Memphis sotto l'acqua (Foto KeyStone)Il Tennessee non ha fatto in tempo a celebrare il ricordo delle vittime e dei danni patiti nel primo anniversario dell’alluvione seguita allo straripamento del fiume Cumberland che ci si è messo anche il più grande Mississippi. A poco più di un anno dall’inondazione di Nashville (ne parlai qui), mentre all’Opry House si festeggiava con lo spettacolo dal vivo Play On, Nashville! con – tra gli altri – Dierks Bentley, Brad Paisley, Luke Bryan e la Charlie Daniels Band, la scorsa settimana è toccato infatti a Memphis – la città più popolosa dello stato – che è stata interessata da una catastrofica esondazione (più di 14 metri al di sopra dell’argine – foto KeyStone qui sopra) che ha interessato gran parte del corso del Mississippi e la cui virulenza è stata pari solo a quella del 1937. Ciononostante le autorità cittadine hanno fin dall’inizio esortato cittadini e turisti ad andare a visitare la città, in quanto l’acqua ha in realtà messo in ginocchio solo poco più dell’1% della città.
Danni a Tushka - 1Ma il Mississippi non è stata recentemente l’unica preoccupazione per gli Stati Uniti. Uragani e tornado hanno infatti devastato poco prima le regioni del sud, Oklahoma e Alabama in particolare. In Oklahoma la città più duramente colpita è stata Tushka, che si trova a circa 250 chilometri a sud di Tulsa, nella Contea Atoka, dove due persone sono morte e altre ventiquattro sono state ferite quando il tornado più forte ha colpito alle 19:15 di giovedì 14 aprile. L’Alabama ha dichiarato lo stato di emergenza per tutte le sueDanni a Tushka - 2 contee, il Mississippi per 14.
Ad ogni modo, cantanti e dirigenti della nostra amata country music ancora una volta si sono fatti avanti per supportare le comunità colpite in tutto in parte da questa ondata di maltempo. Hank Williams Jr. ha organizzato una raccolta fondi attraverso degli show dal vivo svoltisi giovedì scorso assieme a Lady Antebellum, Keith Urban, Tim McGraw, Alabama, Ronnie Dunn e Sara Evans. Taylor Swift ha annunciato dieci giorni fa una speciale raccolta fondi attraverso la vendita speciale di 13.000 biglietti validi per l’ingresso alle prove ufficiali dello show che sta preparando per inaugurare la parte finale del suo SpeakTour 2011 (che la vedrà esibirsi solo in Stati Uniti e Canada), che inizierà il prossimo 27 maggio a Omaha, in Nebraska. Swift sarà anche l’artista che chiuderà ufficialmente il CMA Music Festival il prossimo 12 giugno all’LP Field di Nashville (ha sempre preso parte ad ogni edizione dal 2006, anno della sua ascesa discografica all’Olimpo di Music City). Reba McEntire e Blake Shelton saranno invece i cerimonieri del Tornado Relief Concert che avrà luogo in due serate il 25 ed il 26 maggio prossimi proprio in Oklahoma ed i cui proventi andranno interamente a favore del Tushka Disaster Relief Fund.

Partito (per un pelo) il tour di Paisley. La “macchina” Nashville lentamente riparte

Posted by CountryStateLine on 26th maggio 2010 in Home (News)

Brad PaisleyIl tour europeo di Brad Paisley (foto a lato) si chiama H20, che come sapete è il simbolo chimico dell’acqua. Mai nome fu più azzeccato, direi, visto che Paisley è uno delle centinaia tra artisti, musicisti e proprietari di ditte specializzate in forniture musicali che hanno perso milioni di dollari in attrezzature varie a causa della storica alluvione di inizio maggio a Music City. Paisley era infatti in procinto di cominciare le prove del suo spettacolo ispirato all’acqua, la mattina del 3 maggio, quando la pioggia ha inondato l’area e sommerso il suo palco e il magazzino dove conservava tutti i suoi strumenti musicali, gli amplificatori, i riflettori e il suo archivio audio/video. Brad ha potuto accedere nuovamente al magazzino solo quattro giorni dopo, quando le acque del fiume Cumberland si sono ritirate; dall’inventario è risultato che solo la sua chitarra preferita e poco altro si era salvato dall’inondazione. Giusto il tempo di riparare il riparabile, ordinare altro equipaggiamento, organizzare un paio di giorni di prove e il tour ha dovuto cominciare lo scorso weekend a Virginia Beach, in Virginia. In una intervista telefonica alla AP Paisley ha scherzato: «Ho fatto sapere tramite Twitter ai miei fan che quello che avrebbero visto a Virginia Beach sarebbe stato il risultato di prove effettuate sott’acqua. D’altronde si chiama H2O tour. Qui non si finge, l’abbiamo fatto sul serio!»
Ben JumperPaisley è solo uno tra le migliaia di musicisti e gestori di imprese che stoccano materiale vario alla Soundcheck Nashville, un grande centro di locali di varie metrature per depositi a noleggio all’interno di una zona industriale che sorge accanto al fiume Cumberland. Il proprietario, Ben Jumper (nella foto qui a sinistra), ha dichiarato che il magazzino affittato da Paisley, un locale di quasi 20 metri quadrati, era stato completamente sommerso dall’acqua e che i danni sono stimati in decine di milioni. Ancora mentre oggi scrivo il sito internet della Soundcheck riporta nelle news la chiusura dei locali e la richiesta di pregare perchè tutto torni alla normalità al più presto.
Anche Keith Urban ha perso la sua attrezzatura. Alcuni suoi amici affermano che Vince Gill ha avuto distrutta tutta la sua collezione di chitarre, inclusi insostituibili pezzi vintage dal valore storico. LeAnn Rimes ha perso tutta la attrezzatura del suo tour, finita sotto quasi 3 metri di acqua, almeno a sentire ciò che afferma il suo chitarrista Ryan Wariner.
I musicisti – così come la maggior parte dei residenti di Nashville - avevano avuto solo vago sentore che la micidiale tempesta sarebbe stata così violenta. Anche perchè la pioggia ha inizialmente colpito le aree appena fuori la capitale del Tennessee, risparmiandone nelle prime ore alcuni dei più importanti simboli della musica. Tutta quell’acqua alla fine è però confluita nel fiume Cumberland e ha colto tutti di sorpresa quando gli argini del fiume hanno cominciato a cedere in centro città prima e a nordest di Nashville poi, le due più importanti aree della città per la musica country. Oltre alla Soundcheck, danni da inondazione sono stati subiti come sappiamo dalla Grand Ole Opry e dalla Country Music Hall of Fame, oltreché da molti locali ed imprese legate alla musica country di downtown.
Steve Wariner, Brad Paisley e Ryan WarinerRyan Wariner – che è il figlio di Steve Wariner, vincitore di un Grammy country, nella foto a lato in compagnia del padre e di Brad Paisley - tenta di essere ottimista, ma per lui non c’è molto per cui esserlo: «Dentro al mio magazzino avevo tutto tranne due chitarre: pedal steel, amplificatori, casse, microfoni, console per la regia audio, avevo tutto lì.»
Scott Scovil, proprietario di MooTV, una società di produzioni video che fornisce schermi giganti ed altre diavolerie tecnologiche per grandi tour musicali dal vivo, l’ha presa con più filosofia e sorridendo ha dichiarato: «Sempre meglio che perdere qualcuno a te caro o perdere la tua casa! Tutti questi oggetti possono essere sostituiti». Ciononostante Scovil non ha aspettato che la polizia dichiarasse di nuovo sicure quelle zone: appena ha potuto ha passato il cordone di sicurezza in un punto dove i controlli non erano così stretti, ha chiamato un suo amico con un gommone e si è recato nelle palazzine della sua società a dare un’occhiata. Quello che ha visto lo ha scioccato: nel suo magazzino c’erano almeno due metri e mezzo d’acqua.
«Presumibilmente tutto doveva essere andato perduto, anche perchè le schede madri e gli schermi ad alta definizione non prendono bene l’essere a contatto con l’acqua.»
«Sono stato sopraffatto dall’emozione e mi sono messo a piangere»
ha dichiarato Ben Jumper «E’ stata un’immensa perdita per l’industria dell’intrattenimento musicale di Nashville a livello locale ed anche a livello nazionale per tutti i talenti che lavorano in questo ambiente.»
Brad Paisley ha corso contro il tempo per cominciare il suo tour come da programma. Ha dichiarato che i suoi fan lo meritavano e che posticipare l’inizio del tour sarebbe stato logisticamente più difficile che non cominciare anche se in condizioni non ottimali. «La tecnologia della mia chitarra costa come un broker di borsa.» La gran parte del palco costruito per il tour di Paisley (che era già pronto quando è avvenuta l’alluvione), composto di alluminio, ha avuto bisogno di essere asciugato  ripulito e aggiustato con nuove sezioni di moquette e compensato. Fortunatamente la produzione video del tour non era stata affidata alla Soundtrack. «Eventi del genere» ha detto Paisley il giorno prima della partenza per Virginia Beach «ti fanno riflettere sulle cose che ti sono state in dono in questa vita. E questo tour significherà molto di più per me di qualsiasi altro tour in cui ci siamo imbarcati».

L’industria della musica country si mobilita. Il Tennessee che non si piange addosso

Posted by CountryStateLine on 25th maggio 2010 in Home (News)

Vince Gill e Amy GrantTaylor Swift ha dichiarato la sua intenzione di donare 500mila dollari ad un gruppo di aiuto post-alluvione di Nashville. L’annuncio è stato fatto durante la maratona televisiva dal titolo “Flood Relief with Vince Gill and Friends” tenuta il giovedì successivo all’inondazione in una sede locale della WSMV. La maratona, durata 4 ore, ha raccolto fondi per 1.7 milioni di dollari, incluse le donazioni di Swift e i 100mila dollari donati dallo stesso Vince Gill e da sua moglie Amy Grant (entrambi nella foto Getty Images).
Ricordo che la sciagura meteorologica ha ucciso 30 persone in 3 stati, delle quali 20 solo in Tennessee.
«Ero a casa durante la tempesta e l’alluvione, onestamente non riuscivo a credere a quello che stava accadendo alla città e alla gente che amo così tanto» ha dichiarato Swift alla Associated Press attraverso una email «Nashville è la mia casa e la ragione per cui oggi faccio il lavoro che amo. Sono stata sempre orgogliosa di essere di Nashville, ma soprattutto ora vedendo l’amore che scorre in questa città quando c’è qualcuno in difficoltà».
Allo special tv condotto da Vince Gill ha partecipato anche Keith Urban, che nell’alluvione ha perso tutte le sue attrezzature musicali e ha suonato con una chitarra noleggiata. Tutto il ricavato è andato tra gli altri all’Esercito della Salvezza, alla Croce Rossa e alla Second Harvest Food Bank.
Il 16 maggio dal Ryman Auditorium è stata trasmessa in diretta via cavo attraverso il network GAC una seconda maratona musicale che ha incluso anche Brad Paisley (anche lui ha dovuto dire addio a tutte le sue apparecchiature e strumenti musicali a causa della inondazione), Lady Antebellum, Dierks Bentley, Rodney Atkins e altre star.
CMA Festival 2010Nel frattempo la Country Music Association ha annunciato che il 50 per cento dei proventi netti della prossima edizione del CMA Music Festival di giugno (ex Fan Fair) sarà devoluto alla “Community Foundation of Middle Tennessee” per gli aiuti post-alluvione. Questo va ad aggiungersi alla donazione già prevista ammontante al 50 per cento  degli introiti della “Metro Nashville Public Schools” per l’educazione musicale attraverso il programma “Keep The Music Playing”.
Il CMA Music Festival raccoglie ogni anno tra le 50 e le 100mila persone provenienti da tutti gli Stati Uniti e dall’estero.
«Quest’anno con le ingenti perdite che sicuramente soffriremo sia da parte delle nostre attività commerciali che dal turismo locale a causa dell’inondazione è di vitale importanza per la comunità di Nashville che il CMA Music Festival continui come è stato programmato” ha dichiarato Steve Moore, Presidente del Consiglio di Amministrazine della CMA “La CMA è orgogliosa di andare avanti ed aiutare le nostre zone anche grazie agli aiuti ai bambini e alla loro educazione musicale attraverso la “Community Foundation of Middle Tennessee”»
«Siamo sempre stati grandi sostenitori di Music City attraverso l’associazione “Keep The Music Playing”» ha detto in un’intervista il sindaco di Nashville, Karl Dean «Questo ha aumentato i contributi per gli aiuti post-alluvione e dimostra la grande collaborazione che esiste tra la città di Nashville, il CMA Music Festival e l’industria della musica country»
A Nashville si svuotano la case di tutto quanto è andato perduto o va asciugato«Milioni di vite sono state colpite da questo disastro. Mentre alcuni si riprenderanno in fretta, per altri saranno necessari mesi o anni per ricostruire le loro abitazioni o i loro negozi e i fondi della “Community Foundation of Tennessee” per questo disastro saranno strategicamente indirizzati verso le esigenze che via via si presenteranno» ha detto Ellen Lehman, presidente della “Community Foundation of Middle Tennessee” «E’ stato incredibile assistere alla corsa di generosità di questa comunità; noi siamo emozionati, ma non sorpresi, di vedere la CMA unirsi nel guidare gli sforzi per contribuire alla ricostruzione di questa città».
Il CMA Music Festival fa beneficenza dal 2001, ma è solo dal 2006 che è stato deciso di convogliare tutti i fondi raccolti ad una sola causa – la “Metro Nashville Public Schools” per l’educazione musicale – attraverso una partecipazione con la “Nashville Alliance for Public Education”. La CMA ha donato finora più di 3.3 milioni di dollari per acquistare più di 3000 strumenti ed attrezzature musicali.
Per la ricostruzione si stima non saranno spesi meno di un miliardo di dollari.

Nashville dopo l’alluvione, lunghi tempi di recupero

Posted by CountryStateLine on 24th maggio 2010 in Home (News)

Ken, un abitante di Nashville, immerso dentro l'acqua nel sua casa di Sylvan ParkA tre settimane dalla tremenda inondazione – la peggiore in più di 100 anni – che, a causa della tracimazione del fiume Cumberland, ha colpito il Tennessee centrale, e Nashville in particolare, la situazione va lentamente migliorando anche se la vita in città non è ancora tornata alla normalità. Il problema maggiore adesso è dato dal fango rappreso in quantità tale che ora è difficile rimuoverlo dall’interno di case, scantinati, negozi, hotel e garage. Ma anche ovviamente da luoghi “sacri” della Nashville legata alla musica country, come il Grand Ole Opry e la Country Music Hall of Fame.
I cittadini che non hanno provveduto ad asciugare subito tappeti e muri impregnati di acqua e fango con ventilatori e deumidificatori si trovano inoltre di fronte al problema della muffa, il cui insopportabile odore rende difficile la permanenza stessa in case all’apparenza sgombre da acqua e sporcizia.
La puzza di muffe può causare mal di testa, difficoltà di respirazione, eruzioni cutanee, occhi rossi, asma e allergie. La muffa per proliferare ha bisogno di umidità e di resti di alimenti e i suoi batteri possono rimanere “dormienti” per lunghi periodi di tempo, specie nel cuore del legno infiltrato dall’acqua e specie in questo periodo dell’anno in cui il clima inizia ad essere caldo-umido.
Si abbattono i muri marci per ricostruirliAlcuni – vedi foto a lato – sono stati costretti ad abbattere parte dei muri delle loro abitazioni (non costruiti in cemento) irreparabilmente danneggiate e indebolite dall’inondazione per evitare cedimenti futuri allo scopo di ricostruirli in sicurezza.
Ad ogni modo, la vita cerca di riappropriarsi di ogni angolo della città. La Country Music Hall of Fame, che aveva quasi due metri di acqua in una delle sue stanze di controllo (situata sotto il livello stradale) aveva riaperto i suoi battenti già il venerdì mattina successivo al weekend dell’inondazione; in realtà poteva farlo anche prima ma si è dovuto attendere che si riallacciasse l’energia elettrica fatta togliere in tutta l’area per motivi di sicurezza.
Anche lo storico studio B della RCA ha chiuso per cinque giorni, riaprendo il 7 maggio.
I danni maggiori sono stati subiti dal complesso della Grand Ole Opry House e del Gaylord Opryland Resort. Il primo è stato teatro di una grande corsa corso il tempo per preservare dall’acqua il maggior numero possibile di collezioni, tutti gli archivi (molti dei quali cartacei), le attrezzature sceniche e gli strumenti musicali al suo interno.
L'ingresso stage della Country Music Hall of Fame come appariva nella mattina di lunedì 3 maggio«L’Opry è il cuore della country music» ha detto il presidente Steve Buchanan «quindi non è affatto sorprendente che dopo l’alluvione gente da tutto il mondo sia arrivata a Nashville per mettere in sicurezza alcuni di più preziosi tesori. Che è stata anche la preoccupazione del nostro staff, al lavoro 24 ore su 24 per garantire la massima velocità». Alcuni di questi tesori non hanno in realtà mai corso rischi in quanto trasferiti in luoghi sicuri ore prima che il fiume Cumberland rompesse gli argini. Tra questi la copia del grande pannello pubblicitario che sponsorizzava la prima trasmissione radio della WSM; il fischio del battello che il fondatore dell’Opry George D. Hay per anni ha suonato per segnalare l’inizio dello show dell’Opry; il violino che il grande patriarca Roy Acuff suonò durante la sua prima performance all’Opry; ed un paio di scarpe che Minnie Pearl, la regina della commedia del Country, ha indossato durante i suoi più di 50 anni di esibizioni.
La Grand Ole Opry House sommersa dall'acquaSi è salvato anche il simbolo identificativo della Grand Ole Opry House, un legno circolare di quercia di quasi due metri di diametro che era stato trasferito dal Ryman Auditorium quando gli show si trasferirono da lì nel 1974. Anche se era stato sommerso da un metro e mezzo d’acqua, esso appariva «in sostanziali buone condizioni» secondo Buchanan, quando è stato recuperato. Tutti i manufatti che hanno subito l’inondazione sono stati rimossi dal complesso. «Come custodi di questi oggetti noi comprendiamo quando valore abbiano per la notra musica, per la nostra cultura e per il nostro paese» ha detto Buchanan «Stiamo lavorando con i migliori professionisti per assicurarci che essi vengano preservati nel miglior modo possibile. Questo non sarà un processo a breve termine purtroppo, ma piuttosto saranno necessari meticolosità e pazienza».
Il palco e l'auditorio della Grand Ole Opry dopo l'alluvioneIl Chicago Conservation Center ha raccolto numerosi altri manufatti provenienti da Nashville dei quali prendersi cura a Chicago prima di restituirli ai custodi della Grand Ole Opry House, mentre il suo immenso archivio video, parzialmente danneggiato, è stato affidato per il ripristino alla SpecBros, una società specializzata del New Jersey. La società Belfor, di Forth Worth (Texas), si occuperà invece dell’archivio fotografico. George Gruhn e Joe Glaser, di Nashville, guideranno un team specializzato di liutai provenienti da tutto il paese per sistemare gli strumenti a corda danneggiati dall’inondazione, inclusi alcuni pezzi della collezione personale della famiglia Acuff che erano in custodia alla Grand Ole Opry. Tutto il materiale audio era invece al sicuro al di sopra della linea dell’acqua, anche se alcune registrazioni conservate dentro gli uffici della 650 WSM saranno controllate.
La porta d'ingresso al palco della Grand Ole Opry semicoperta dall'acquaQuella qui a lato, invece, è una porta d’ingresso laterale al palco del Grand Ole Opry; come potete vedere durante l’alluvione è stata sommersa per metà dall’acqua. Ora l’acqua ovviamente si è ritirata ed ha lasciato sulla porta il segno del livello a cui essa era giunta. La direzione del Grand Ole Opry ha deciso che questa porta non verrà né ridipinta né tantomeno sostituita: verrà invece mantenuta così com’è, con il segno lasciato dal livello massimo raggiunto dall’acqua, a memoria di questo tremendo evento, diventando una sorta di “oggetto icona”. «Questa porta d’ingresso al palco del Grand Ole Opry diverrà senza ombra di dubbio un simbolo storico» ha detto Buchanan.


(Tutte le foto di questo articolo sono state tratte per gentile concessione dal sito online del quotidiano The Tennessean)

Nashville, l’inondazione che non c’è stata

Posted by CountryStateLine on 18th maggio 2010 in Home (News)

Downtown Nashville sommerso dalle acque del fiume Chi mi conosce sa quanto io ami Nashville. E chi ci è stato sa le emozioni che ogni angolo trasmette, dal più piccolo locale con infimo palco per musica dal vivo al mastodontico edificio della Grand Ole Opry House. Tutto dice musica, tradizione, calore, ospitalità e tanta gioia di vivere nonostante la recessione americana generale, la crisi del mercato discografico in particolare e la tentazione di commistioni o compromessi musicali che poco gioverebbero comunque alla musica country.
Vedere la “mia” Nashville sommersa dalle acque del fiume Cumberland durante l’inondazione che ha colpito la capitale del Tennessee durante il primo fine settimana di maggio mi ha reso davvero triste. Ho visto posti a me familiari completamente devastati; ho letto di 30 morti uccisi dal contemporaneo uragano che si è abbattuto su tre stati del sud in quelle ore (20 solo in Tennessee) e avuto notizia di stime per danni di circa un miliardo di dollari solo a Nashville. Ma tutto questo grazie a internet perché in Italia, eccezion fatta per un telegiornale nazionale, la notizia di quella che è stata una delle più costose catastrofi nazionali nella storia recente degli Stati Uniti è stata pressoché ignorata dai media, presi come erano a parlare dello pseudo attacco terroristico a Times Square, della immane tragedia del petrolio in fuoriuscita sul fondale del Golfo del Messico e della nube vulcanica islandese che blocca i voli.
Il Grand Ole Opry sommerso dall'acqua D’altronde anche il popolo di internet sembra abbia preferito informarsi su altro, poiché una statistica sul motore di ricerca Google ha mostrato che le parole “Times Square bomb” in quelle ore sono state digitate ben 8.390 volte, contro le oltre 13.000 di “BP oil spill” (fuoriuscita di olio della BP) e le “sole” 2.430 volte di “Nashville flood” (inondazione di Nashville). Peraltro queste ultime ricerche provenienti da provider del Tennessee. La cosa mi ha comunque lasciato un po’ perplesso. A quanto pare la stessa cosa è successa negli Stati Uniti. Betsy Phillips, una reporter del Nashville Scene, ha scritto: «Era uno schifo durante il corso di quella domenica pomeriggio saltare dalla CNN su Fox News o su MSNBC e non vedere assolutamente alcuno di questi network riportare immagini o fotografie di quanto stava accadendo a Nashville, mentre l’inondazione faceva il suo corso e la nostra gente moriva».
Uno dei giardini interni dell'Opryland Hotel

Il silenzio dei media significa l’ignoranza delle persone e l’ignoranza delle persone comporta minori donazioni, aiuti più lenti e difficili, meno pressioni politiche da usare per risolvere i problemi. Forse il rischio della perdita di una considerevole parte del patrimonio musicale americano (e non solo!) non vale la copertura mediatica dei principali network televisivi? Forse che terrorismo e ambiente sono i soli argomenti ritenuti capaci di catalizzare l’attenzione dei telespettatori? Se fosse così, abbiamo perso in partenza la guerra per la salvaguardia del nostro pianeta, già notevolmente compromessa.
Su YouTube, tra diveri filmati riguardanti questa tremenda inondazione, ne ho selezionati 3 che danno una idea abbastanza precisa di quanto è successo. Se volete darci un occhiata vi propongo qui di seguito i link relativi. Tornerò sull’argomento alluvione nei prossimi articoli. 

http://www.youtube.com/watch?v=5hUOJIwZ_Fg&feature=player_embedded

http://www.youtube.com/watch?v=RRICKAbfdY4

http://www.youtube.com/watch?v=VfL5j9ckcyo


(Nelle tre foto, dall’alto verso il basso:  downton Nahville allagata dall’alluvione; il Grand Ole Opry sommerso dall’acqua; una delle numerose e ampie gallerie coperte dell’enorme Opryland Hotel invasa dall’acqua del fiume Cumberland)