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Nashville: addio al vecchio palco del Ryman Auditorium dopo 61 anni

Posted by CountryStateLine on 5th febbraio 2012 in Home (News)

Sono cominciati ieri e termineranno il prossimo 20 febbraio i lavori di rinnovamento del palco della “chiesa madre della musica country”, come la chiamano a Nashville. Sto parlando del Ryman Auditorium, che dopo 61 anni vedrà sostituite le assi in quercia del suo palco con assi nuove che ne garantiranno una maggiore durata ed una capacità di carico tre volte l’attuale. Ma il vecchio legno di quercia che si sta smantellando in queste ore non abbandonerà completamente il sito: parte di esso sarà incorporato nella nuova struttura sottoforma di una striscia profonda circa 45 centimentri che correrà per tutta la lunghezza lungo il bordo del nuovo palco.
Costruito nel lontano 1891 e nato con il nome di Union Gospel Tabernacle (foto a destra, dagli archivi del The Tennessean), il Ryman Auditorium è il sito più famoso nella storia della country music: il suo palco originale fu installato nel 1901 per una esibizione della Metropolitan Opera e durò fino al 1951, quando fu sostituito da quello che ora si va a rinnovare. A dire il vero nel 1993-94 il Ryman aveva già subito un primo lavoro di maquillage (e nel 2009 era toccato al tetto, rifatto anch’esso) ma il legno del palcoscenico, pur mostrando evidenti segni di invecchiamento, non fu sostanzialmente coinvolto -  mentre invece lo fu, per esempio, la balconata. Esso ha dunque compiuto egregiamente il suo lavoro per circa metà della vita di questo teatro, che per più di 20 anni, da quando fece anche il suo debutto in televisione, è stato la casa del Grand Ole Opry fino al trasferimento all’attuale Opry House (situata appena fuori Nashville) nel 1974.
Chi come me è entrato e ha calcato il palco del Ryman Auditorium, che si trova proprio nel centro della città, non può non sentire i brividi ripercorrerlo lungo la schiena pensando a quanta storia della musica americana trasuda da quel legno e da quelle pareti, che hanno visto negli anni esibirsi icone come Roy Acuff, The Carter Family, Minnie Pearl, Earl Scruggs, Bill Monroe e Lester Flatt (questi ultimi tre si unirono per la prima volta a suonare in un concerto proprio sul palco del Ryman!), Hank Williams (che qui fece il suo debutto e fu richiamato sul palco per sei bis!),  Elvis Presley, Johnny Cash (nella foto per cortese concessione di Les Leverett dagli archivi del The Tennessean), Patsy Cline, Louis Armstrong, Marty Stuart, Bob Dylan, The Byrds, Bruce Springsteen, Aretha Franklin, Paul Simon, Dolly Parton, B.B. King e Neil Young. Più recentemente anche i Coldplay e Taylor Swift lo avevano calcato, mentre gli ultimi a salire sul vecchio palco del Ryman sono stati Dierks Bentley (giovedì 2 febbraio) e Keith Urban (venerdì 3), alla sua prima esibizione al rientro dopo l’operazione alle corde vocali cui ha dovuto sottoporsi (ne avevo parlato qui) insieme a Charley Pride, gli Oak Ridge Boys ed altri. I primi a salire sul nuovo palco di quercia del Ryman saranno The Band Perry, proprio il 20 febbraio, per uno show i cui biglietti sono esauriti da settimane. A ben guardare, comunque, oggi come ieri tutti gli artisti country si sono esibiti in questo posto “sacro” o sognano di farlo, e quella esibizione viene sempre ricordata con particolare intensità emotiva da ognuno.
La sostituzione del palcoscenico è una cosa che Steve Buchanan, vice presidente anziano della sezione “media and entertainment” della Gaylord Entertainment (la società che gestisce la Opry House e il Ryman Auditorium), aveva già preso in considerazione di fare quando la struttura ricevette i lavori di restauro del 1994: «I punti più deboli, gli avvallamenti del legno e anche solo le sollecitazioni che esso ha subito lungo gli ultimi 18 anni alla fine hanno reso questi lavori una necessità.» ha detto «Pensiamo che questo legno ha sopportato trascinamenti di casse da viaggio di tutti gli artisti e delle loro band che si sono succeduti negli ultimi 61 anni… Nel 1994 il palco era stato ripulito e levigato, ma sapevamo che quella era l’ultima volta che potevamo farlo. Oggi essere in grado di costruire un palco che soddisfi davvero le esigenze delle produzioni musicali odierne è fondamentale.»
Il nuovo palco sarà fatto di legno brasiliano di tek certificato dalla Forest Stewardship Council: si tratta dello stesso legno usato per sostituire il palco della Grand Ole Opry House dopo la tremenda inondazione che colpì Nashville nel 2010. Usando il tek, il nuovo palco sarà in grado di sopportare come detto circa tre volte il peso attuale; vale a dire che la capacità di carico arriverà a circa 54 tonnellate, senza rimuovere i travetti originali che sono sotto. Una curiosità: un servizio di sicurezza sarà presente 24 ore su 24 presso il Ryman durante tutto il periodo dei lavori di smantellamento e sostituzione, perché – come dice Sally Williams, direttrice del Ryman, «penso che tutti vorrebbero portarsi via come ricordo un pezzo di legno di quel palco…»!
M.A.

Per le foto di questo articolo ringrazio The Tennessean, Billy Kingsley e Les Leverett

 

 

Loretta Lynn e la musica Country celebrati al Ryman Auditorium

Posted by CountryStateLine on 18th ottobre 2010 in Home (News)
Reba McEntire, Kellie Pickler, Loretta Lynn, Lee Ann Womack, MArtina McBride e Gretchen Wilson (Foto: Frederick Breedon - Getty Images)
Reba McEntire, Kellie Pickler, Loretta Lynn, Lee Ann Womack, Martina McBride e Gretchen Wilson (Foto: Frederick Breedon – Getty Images)

Quella di martedì scorso al Ryman Auditorium di Nashville è stata una serata a cui tutti gli appassionati della musica country avrebbero voluto prendere parte. La Recording Academy – la società che si occupa dell’assegnazione dei premi Grammy – ha voluto rendere un giusto (anche se da molti ritenuto troppo breve: 45 minuti) tributo musicale alla grande Loretta Lynn, eccezionale icona, grande professionista, signora di stile e pionieristica anche in tema di femminismo, quando certe posizioni erano davvero scomode da assumere nella società. Il tributo – denominato Salute to Country Music – ha visto la partecipazione di tante star country (Garth Brooks, Martina McBride, Kid Rock, Gretchen Wilson e Lee Ann Womack) ed è stato presentato da Reba McEntire, presentatasi sul palco in un completo nero da cocktail. «Il mondo intero conosce e ama la figlia di un minatore che è venuta da Butcher Holler, nel Kentucky» ha detto Reba mentre guadagnava il centro del palco per la presentazione, immediatamente prima di omaggiare la platea con una sua elettrizzante versione del successo datato 1967 della signora Lynn  “If You’re Not Gone Too Long”. «Io l’ho amata dalla prima volta che l’ho sentita cantare in radio». Solo Vince Gill finora era stato reso protagonista di una serata simile, l’anno scorso; proprio Gill, impossibilitato ad essere presente in questa occasione, ha mandato un video-saluto: «Non conosco nessun’altro che sia più importante nella storia di questa città né di questa musica». Di nuovo Reba: «Loretta Lynn affrontò qualsiasi argomento controverso che nessun altro aveva potuto affrontare, nella musica country. Per lei, nessun tema era tabù». Ad esempio di questa sua attitudine ad osare, ha citato una registrazione della signora Lynn del 1975 dal titolo “The Pill” (la pillola), un’ode alla liberalizzazione del controllo delle nascite: benché la maggior parte delle radio rifiutarono di programmare questa canzone, questa scalò comunque le classifiche arrivando al quinto posto.  A seguire Gretchen Wilson ha cantato “Don’t Come Home A’ Drinkin’ (With Lovin’ On Your Mind)”, una paternale al marito troppo dedito all’alcool, scritta e registrata da Loretta Lynn nel 1966 e diventata la sua prima numero uno l’anno successivo.
Loretta Lynn con Kid Rock (Foto: Rick Diamond - WireImage)Dopo Wilson è salito sul palco Kid Rock (nella foto qui a sinistra con la signora Lynn – Foto Rick Diamond/WireImage), che con una specie di tamburello legato alla sua coscia è entrato sul palco ancheggiando e sbattendolo mentre intonava la rassicurante “I Know How”, datata 1970. Poi ancora, in duetto con Wilson, la poco conosciuta “You’re The Reason Our Kids Are Ugly” (un brano tra quelli di minore successo che Loretta Lynn cantò in coppia con Conway Twitty nel 1978). Reba ha poi chiamato sul palco Lee Ann Womack per cantare con lei “The Song That Started It All – I’m A Honky-Tonk Girl” (il primo disco di Loretta Lynn entrato in classifica, nel 1960) per poi introdurre Martina McBride (che pure in fatto di argomenti scottanti nelle sue canzoni sa il fatto suo, vedi gli abusi e l’omicidio di cui parla in “Independence Day”…) la quale ha reso due belle versioni di “You Ain’t Woman Enough” (1966) e “Love Is The Loretta Lynn e Garth Brooks cantano "After The Fire Is Gone" (Foto: Rick Diamond - WireImage)Foundation” (1973). Due “dichiarazioni” niente male!
Neil Portnow, presidente ed amministratore delegato dell’Academy, ha ricordato che questa celebrazione della signora Lynn è avvenuta a soli 3 giorni di distanza dalla sua primissima apparizione sul palco del Ryman Auditorium e l’ha indicata come la prima vera  “antesignana degli avvocati delle donne”. Dopodiché ha presentato l’otto volte vincitore di un premio Grammy Jack White dei White Stripes. Fu proprio White a produrre l’album della signora Lynn “Van Lear Rose” nel 2004. White ha ricordato che insieme al membro della sua band (nonché ex moglie) Meg White, quell’anno, stavano ritornando a casa in auto dopo una sessione di registrazione a Memphis e d’impulso decisero di fermarsi ad Hurricane Mills (in Tennessee) presso il ranch di Loretta. «Senza neanche che ce ne accorgessimo, Loretta stava preparando a me e a Meg pollo e gnocchi di pasta bolliti. Ed un attimo dopo ricordo che eravamo nella camara da letto di Loretta passando in rassegna canzoni che lei aveva scritto ma mai inciso. Nacque così l’idea di “Van Lear Rose”». Che – è bene ricordarlo – quell’anno vinse un Grammy come miglior disco country (e il duetto Lynn-White “Portland, Oregon” si portò a casa  anche il Grammy per la categoria  migliore collaborazione vocale country!). «Credo che Loretta sia la più grande cantante ed autrice del 20esimo secolo!».
Loretta Lynn accetta i premi a lei dedicati (Foto: Rick Diamond - WireImage)Ed eccola entrare a questo punto, l’immensa signora Loretta Lynn, vestita di un lungo abito bianco leggermente diafano a manica lunga, che ha accettato da Portnow i due premi a lei dedicati : il trofeo Salute to Country Music e il premio The Lifetime Achievement. «Non so cosa dire, tranne Grazie!» ha detto, dirigendosi subito verso le quinte (nella foto a sinistra il momento della consegna; insieme a lei, da sinistra, Jack White, Neil Portnow e Garth Brooks – Foto: Rick Diamond/WireImage). Ma Jack White l’ha dolcemente e velocemente afferrata riportandola al centro del palco per permetterle di Il saluto della signora Lynn ai suoi fan (Foto: Rick Diamond - WireImage)prendersi il lungo e commosso applauso del Ryman e permettere ai suoi fan (inclusa la sorella Crystal Gayle, emozionata più di lei) di averla vicina. La signora Lynn è rimasta poi sul palco mentre Garth Brooks, di nero vestito e recando una chitarra acustica, è uscito dal retro palco per cantare con lei “After The Fire Is Gone” (foto più sopra – Rick Diamond/WireImage). Non c’era differenza tra la sua voce in quel momento e quella che nel 1971 incise questa canzone per la prima volta con Conway Twitty (e fu un altro Grammy per la miglior interpretazione vocale…). Mentre il pubblico si alzava tutto in piedi e salutava, Garth si è tolto il cappello da cowboy, l’ha abbracciata e l’ha accompagnata via dal palco. Ancora applaudiva quando Reba è tornata fuori e ha annunciato la fine del tributo musicale: «Con un’industria discografica in così repentini e a volte traumatici cambiamenti» ha chiosato «è oggi più importante che mai celebrare la musica country – la vera musica country!». Sottoscrivo e mi tolgo idealmente anche io il cappello.